Lettori fissi

lunedì 25 marzo 2013

TE LO DO' IO IL PATCHWORK...

C'era una volta il Patchwork, quello "vero".
Creato da Superdonne dotate di una santa pazienza e infuse di una scienza quasi occulta, che fa loro combaciare al millimetro ogni angolino di stoffa ritagliata a regola d'arte utilizzando squadre e squadrette, misteriosi calcoli matematici, schemi scientificamente provati e algoritmi ancestrali...

E poi... E poi c'è il Patchwork-Zukk, quello che la sottoscritta ha voluto ad ogni costo provare, senza cognizione di causa alcuna, senza suggerimenti se non quelli trovati saltellando qua e là sul web, qualcuno carpito al telefono ad una cara amica dalle mani d'oro grazie Cristina! 
Senza avere in casa un solo libro sull'argomento, conscia di essere al livello -001 sulla scala delle Quilters dilettanti, ma stanca di sbavare davanti a quegli "arazzi" favolosi ammirati nelle fiere, armata di un grande coraggio e una voglia irrefrenabile di far piazza pulita di ogni rimasuglio di stoffine accumulate da anni di "esperimenti" di cucito creativo, un bel giorno si è messa in testa di voler produrre una coperta.
Ma si, perchè mai iniziare da qualcosa di piccolo e semplice?
Suvvia, potevo non impazzire per mesi e mesi cucendo triangoli colorati (280!) come un'operaia alla catena di montaggio della Fiat nei tempi d'oro?
Ogni tanto la mia vocina interiore, quella assennata, si faceva sentire... Mi sussurrava: "Ma che fai? Cosa ti è saltato in mente? Non sai nulla sull'argomento..." 
Ma io tiravo dritta, cucendo e scucendo i triangolini venuti troppo storti... (solo io riesco a produrre triangoli storti, mica poco eh!) 
In fin dei conti, mi dicevo, chi è che ha inventato il Patchwork?
E' stata la mamma di Arlecchino!!!

Ve lo ricordate il vestito di carnevale? E' stato creato non molto distante da dove abito io, e non credo che le siano venuti tutti dritti nemmeno a lei i triangoli del vestito!
E così, dopo mesi e mesi di duro lavoro, ieri sera ho messo l'ultimo punto al bordino di contorno (che nel gergo di chi sa davvero fare questo lavoro si chiama "binding") e, con ancora il pollicione color rosso amaranto per il duro lavoro d'ago che è stato costretto a fare, con l'orgoglio di una neo-mamma che guarda la sua primogenita venuta non troppo bellina e precisa, ma con tutti i canoni che si era prefissata all'inizio di questo esperimento e cioè di non metter mano al portafogli se non per acquistare l'occorrente per il bordino, il filo in tinta e il pezzo di pile per il retro ("backing"), in modo da ripulire i cassetti dai rimasugli di stoffe (prima che torni la prossima edizione di Creattiva per poter aver spazio e la scusa per nuovi acquisti!) mi sono armata di macchina fotografica e ho immortalato la "mostruosa creatura"!
Alcune raccomandazioni urgono prima di mostrar le immagini:
A)  Non ingrandite troppo le immagini... 
B)  Vietato andate a guardare il quinto triangolo della sesta fila...
C) Non fate caso alle cuciture dritte come una stradina di campagna dell'entroterra ligure...
E se qualche vera Quilter dov'esse mai capitare su questo post, la prego d'astenersi dal gettar Acqua Santa sullo schermo del P.C. per esorcizzare quest'obrobrio, prometto e spergiuro che prima o poi prendero' in seria considerazione l'iscrizione ad un corso!
Prima o poi...

Ed ecco come si puo' passare da una totale dedizione al bianco (vedi post precedente) ad un arcobaleno di colori che spero ci accompagni verso la primavera che non vuole arrivare!

sabato 16 marzo 2013

TOTAL WHITE

Si dice che nei periodi di maggior caos un'artista dia il meglio di se...
Non che la Zukky voglia montarsi la testa, intendiamoci, ARTISTA è una parola grossa!
Ma se pur artista proprio non sono, sicuramente nel caos ci sguazzo che è una meraviglia... Per cui, non so bene come tutto sia cominciato, ma da qualche tempo sono irresistibilmente attratta dal Total White.
E che è, una marca di dentifricio?
Potrebbe, ma forse no... Non mi sono ancora cimentata pestando nel mortaio salvia e bicarbonato per far risplendere la dentatura.

Allora un detersivo?
Magari ho trovato il modo di far sciogliere ogni tipo di macchia in men che non si dica e stendo il bucato talmente bianco che i vicini si sono già lamentati del riverbero!

E se invece fosse un mobile?
Presa da una mania di Shabby Chic, la Zukky, armata di carta vetrata, ha shabbizzato tutti i mobili di casa e dato una mano di bianco persino al cane...

Ma no... Forse è solo colpa della neve spalata quest'anno...
O forse la voglia di bianco è sintomo di qualcosa di nuovo, come un foglio pulito, su cui poter ricominciare a scrivere una storia.
Una storia vera, fatta di fatica e di gioia nel creare...
Pensata con il cuore e raccontata con amore, perchè creare è gioia e da la carica, anche quando si è un po' giu'.
E creando, pian piano i pensieri tristi lasciano il posto ad un sorriso, mentre con gli occhi vedi nascere qualcosa di bello fra le tue mani.
Qualcosa di tenero e romantico, perchè il bianco è un colore delicato, e tale dev'essere tutto cio' che in questa tonalità si crea...

Come una leggera e lunga sciarpina, fatta con una sottile fettuccia candida, che l'uncinetto ha intrecciato in una maglia larga e sinuosa e che ha trovato un connubbio perfetto nell'abbraccio con un delicato pizzo a tombolo.
Ma la storia continua, voltando pagina ci si trova a tu per tu con una interminabile catenella nata da un tulle sottile, illuminata da alcuni anelli in argentone e rifinita con un fiocco su cui sono spuntate delle minuscole roselline create con un lino impalpabile e prezioso...

Meraviglioso questo bianco, che ha il pregio d'illuminare tutto cio' su cui si posa, non ci si stanca mai di lui, ed ogni accessorio di questo colore, ben si sposa con qualsiasi accostamento.
Usiamolo, portiamolo con noi, impariamo ad utilizzarlo e a sorridere mentre lo sfoggiamo, magari sulla mano...
Perchè anche da un piccolo pezzo di pelle candida puo' nascere un gioiello!
Siamo donne, delicate e forti, come fiori splendenti illuminiamo la vita, portare un fiore tra i capelli è sinonimo di femminilità, percio' con un piccolo gesto delicato, scostiamo una ciocca di capelli e lasciamo intravedere due candide roselline che adornano un paio di nuovi orecchini...


Anche loro di candida pelle, tagliata ad arte e arrotolata pian piano, fino a formare una meravigliosa corolla.
Ed ecco che la storia, scritta sul bianco di questa pagina, è arrivata alla fine del primo capitolo, nei prossimi giorni proseguiro' questo racconto, e forse l'inchiostro cambierà colore. 
O forse no...