Esiste un luogo magico nella mia vita...
Carico di ricordi e risate, di profumi e giochi, d'incontri e cinguettii...
In estate, quando le temperature si alzano, diventa il mio rifugio, immersa nella natura ritrovo il tempo per i miei pensieri.
Tornarci, in questo periodo, è come varcare la soglia di un mondo incantato... Mentre salgo il ripido sentiero, avvolta in un silenzio irreale, ascolto il rumore del mio respiro e quasi mi preoccupo di non rovinare troppo con le mie impronte, quel candido manto che ricopre ogni cosa.
La siepe di calicantus, di solito gialla come il sole, è quasi irriconoscibile, rivestita di un morbido mantello, mentre i maestosi pini dormono proteggendo un po' il suolo con le loro lunghe braccia.
Solo ogni tanto il silenzio è rotto da un rumore sordo.
E' la neve, che troppo pesante, si lascia cadere dalle verdi fronde andando ad unirsi, come in un abbraccio, al soffice tappeto steso per terra.
Rimango incantata osservando come ogni angolo, da me conosciuto e amato, perda la sua solita sembianza, per acquistarne una nuova...
La neve, come un'eccentrico artista, ha ridato forma alla materia, rendendola unica.
E il gelo, si è divertito ricoprendo nottetempo di pizzo ghiacciato i muri del vecchio camino.
In lontananza scorgo il piccolo paese, sembra un disegno appena accennato da una punta di lapis su di un foglio bianco, e resto qualche istante ferma a contemplarlo, quasi immaginando che i tratti si possano improvvisamente delineare meglio...
Un lieve cinguettio mi riporta alla realtà, si devono scuotere i rami del maestoso pungitopo, che con le sue bacche rosse sembra l'unico colore nel bianco assoluto, prima che si spezzino sotto l'incombente peso.
E si rimpingua con mangime e pane secco la mangiatoia dedicata agli uccellini di passaggio, perchè trovino ristoro in questo inverno che sembra non voglia lasciarci più.
Mi domando come sarebbe abitare qui, svegliarsi trovando ogni giorno un paesaggio diverso, vivere ascoltando la natura, senza orari programmati e la frenesia che contraddistingue ormai la nostra esistenza. Chiudo gli occhi e inspiro quest'aria fredda e pura, mi pare di sentire odore di legna bruciata...
Sorrido, felice di aver assaporato quest'atmosfera unica, di aver goduto di questo spettacolo, di aver ritrovato il mio rifugio.
Il freddo pungente mi arrossa le mani e il naso, le guance sembrano punte da piccoli spilli, ho voglia di un po' di tepore, di stringere tra le mani una fumante tazza di the...
Mi volto un'ultima volta, gettando uno sguardo a quel luogo che mi è tanto caro, mentre i fiocchi di neve riprendono a scendere copiosi, quasi a voler cancellare i segni lasciati dal mio passaggio.
Accarezzo la macchina fotografica che racchiude, come un tesoro, le immagini carpite a questo mondo fatato e scendo, lentamente, la piccola collina.
Cara montagna, dormi tranquilla aspettando il disgelo, ci rivedremo presto, quando questo torpore lascerà il posto alla colorata primavera e il tiepido sole scioglierà in rivoli argentei questa coltre abbagliante.
Grazie a te ho vissuto qualche istante come se fossi entrata in punta di piedi in una favola, rapita da un racconto di un'abile scrittore, che sa lasciarti con il fiato sospeso fino all'ultima pagina, quando, con un sospiro, leggi la parola FINE.